Love is…on air!
Una settimana fa esatta era il giorno prima della…diretta.
Bardolino, tramonto infuocato dell’11 febbraio 2022. La quiete e nessuna tempesta all’orizzonte. Tutto sembra perfetto, ci sembra davvero perfetto nonostante le previsioni incerte dei giorni precedenti. Allestimento già posizionato (cuori, cubo pop “love”, postazione selfie sul ponticello, addirittura una barca vestita a tema), moquette rossa srotolata, bauli scuri strabordanti di cavi, telefonini in verticale e in orizzontale, gli occhi che scorrono su e giù i quattro fogli di scaletta.
”E se succede un blackout generale”, “E se qualcuno risulta positivo”, “E se atterrano gli alieni sulla Preonda”. Insomma, con i “Se” ho visto perdere treni e visto gente che non è nemmeno mai arrivata ai binari.
Noi - staff del Lago di Garda in Love - abbiamo deciso di sminuzzare ogni variabile, masticarla, renderla commestibile. E alla fine digerirla con un bicchiere di spritz. Non per modo di dire, spritz esorcizzanti e benauguranti per davvero. I momenti fuori onda, i prima e i dopo, sono frangenti fondamentali e mai una perdita di tempo. E’ lì che si forma la squadra, l’unico elemento davvero imprescindibile quando si deve dare forma a qualcosa di bello, di efficace, di successo. Più la ambizioni sono alte più l’attenzione ai momenti “da spogliatoio” risultano determinanti.
La diretta ha delle esigenze speciali. Deve, per sua stessa natura, essere buona la prima. Occorre quindi figurarsi nel minimo dettaglio il prevedibile ma soprattutto l’imprevedibile. Da mettere in conto, mediamente, un 10 - 15% di cose che non andranno come previsto. Un po’ come i forfait alle grandi feste. Il Covid, diciamolo, ha aggiunto ulteriori variabili ma ci ha anche allenati ad essere più previdenti e, di conseguenza, i piani “b” fanno meno paura. C’è pure da dire che come regola non scritta - in genere - la fortuna aiuta gli audaci. Credo molto anche nel fattore energetico che muove le cose, il famoso “butterfly-effect” capace di spostare montagne con un battito d’ali.
Personalmente, in particolare da inizio 2022, quello che “sento” viene nettamente prima del progetto stesso e di tutte le marginalità di interesse nel farlo. Quando ho ricevuto la chiamata di Loris Danielli, organizzatore dell’evento, ero ai “domiciliari” per Covid, con certezze lavorative sgretolate. Non sapevo più in che stato era nemmeno la mia salute professionale.
Eppure le batterie si sono subito ricaricate, la lampadina accesa, la mia mano sinistra ispirata. Siamo così arrivati, in un armonioso e magico incastro di elementi, alla diretta televisiva che ha raccontato il weekend di San Valentino in tutto il Triveneto attraverso le frequenze di Telenuovo.
Un sapore, quello della diretta, che deve essere “cucinato” in maniera molecolare. Serve una brigata di cucina esperta, non un apprendista e nemmeno semplici appassionati. Una squadra, sempre, anche se poi il frontman è uno solo.
Ricorro a questa metafora per evidenziare il mondo di professionalità che spesso viene associato ad attività hobbistiche o per pochi privilegiati.
Hobby? No. L’impegno, anzi, è inversamente proporzionale. Tanto più lavoro c’è nel dietro le quinte, tanto più fluida e naturale, “facile”, sarà la resa. Quando un non addetto ai lavori pensa “Quello riuscirei a farlo anch’io” ecco che l’obiettivo massima professionalità è stato raggiunto. Sulla distonia percettiva del facile/difficile prendo in causa anche la categoria dei musicisti. Spesso, ahinoi, pure loro si sentono dire “Mi costi “x” per tre canzoni? Troppo”. Torno al concetto che dietro ad un’esecuzione fluida ci sono anni di studi e di investimenti in strumenti, sacrifici e tempo sottratto ad altro.
Per pochi privilegiati? Non direi. O meglio, non sempre così. Meglio ancora: è un desiderio sfiorato da molti ma coltivato da pochi.
Anche il mestiere di condurre, come quello di organizzare un evento, gestire una telecamera, una regia, una scaletta è una professionalità che richiede massima dedizione e serietà.
Aggiungo, e qui non me ne vorranno i sogni andati in frantumi, anche il guadagno (vedi voce: quanto ti pagano) di attività come la mia subiscono l’altalena dell’inversione. Scoprirete che, molto spesso, proposte sotto i riflettori vengono ripagate con monete come “visibilità” e “popolarità”. Per questo occorre essere tenaci e impeccabili. Sempre. Senza deroghe alla dignità umana e professionale. Ci vuole il giusto mix tra abilità e intelligenza, soprattutto sociale. Perché le relazioni sono al centro di un lavoro come questo, intriso di buona comunicazione. Se non siamo capaci di far conoscere noi stesse difficilmente avremo la capacità di raccontare gli altri e quello che ci circonda.
L’amore, vuole dire tutto e vuol dire (quasi) niente. Un concetto difficile da affrontare senza inciampare nella banalità. Figuriamoci poi in tre ore di diretta. Anche qui il gioco di squadra ha fatto la sua parte. Il confronto ha permesso di mettere a fuoco il concetto di amore che volevamo portare nelle case dei telespettatori. Ci siamo un po’ slegati del mero riferimento a San Valentino lasciando, sì, spazio ad alcune storie d’amore ma l’intenzione principale è stata quella di portare leggerezza nel cuore di chi sta vivendo momenti difficili, non solo sentimentalmente parlando.
Ed ecco che la formula è uscita in tutti i suoi ingredienti.
Amore, innanzitutto, per il luogo dove eravamo: il lago di Garda, il più grande lago italiano dove si affacciano ben tre province (Verona, Trento, Brescia). Un amore senza stagioni, perché per far ripartire il turismo e la vita economica di esercenti, ristoratori, albergatori (acciaccati, per non dire disperati, dall’ondata Covid) occorre andare oltre il tempo del bikini. Amore per la prossimità, intesa come riscoperta dei luoghi a noi vicini e a volte, proprio per questo, snobbati. Amore per tornare a respirare la vita di prima (eravamo in onda l’indomani del decadimento dell’obbligo mascherine all’aperto). Amore per il carnevale, con alcune tradizioni locali legate a personaggi del passato. Amore per i bimbi e i momenti spensierati in compagnia di mascotte irresistibili, Prezzemolo e Pepi Dora e un’allegra brigata. Amore tra sorella e fratello come abbiamo sentito nel toccante racconto di Virginia Tortella, la Rana Del Garda, che inizia a nuotare per scopi benefici in memoria del fratello. Amore per la musica, attraverso la fisarmonica di Domenico, dalla Calabria a Riva del Garda per studiare al conservatorio e i Vintage People. L’amore per il rombo dei motori con una giovane promessa del rally. Amore per le proprie radici con Angelo Peretti, oltre 20.000 pezzi scritti per la sua terra gardesana. La bellezza di lavorare con colleghi che condividono il tuo sentire, come Gigi Vesentini o Virginia che ti chiede solo “Sei felice?”. L’entusiasmo travolgente di Franceschina, noi sempre con un sorriso, nella buona e nella cattiva sorte. La piacevole (ri)scoperta di colleghi giornalisti, in questo progetto nelle veste di inviati speciali: Susanna, Anna, Mariangela, Massimo e Giacomo.
Dell’amore e delle sue forme ci hanno messo del loro anche i tecnici (mitico il regista Franco Berro, mitici i ragazzi di FullSound e pure l’assistente alla regia, Gianluca Bosco) che con un’idea geniale hanno voluto trasformare la veranda in vetro di una nota gelateria in studio televisivo. Abbiamo così permesso a chi passeggiava sul lungolago di curiosare e seguire quello che avveniva in diretta sotto i loro occhi.
E a proposito di occhi puntati, quelli che ci hanno seguiti in questa fantastica avventura sono stati tanti, davvero tanti. Oltre le aspettative se consideriamo che era un sabato pomeriggio, soleggiato e con tante iniziative in corso.
Qui il servizio tg di resoconto.
Fortuna? Chissà. Ai posteri la prossima…diretta.